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qui e ora

Eccoci qua a scrivere di nuovo, disegnare e fotografare, stavolta per un essere mooooooolto speciale!

Ve la presento un pezzetto alla volta in questo post, che non sarà brevissimo ma vale la pena assaggiare un pezzo di torta squisita, anche se è una torta che non ha un inizio e non ha una fine!
Qualche anno fa mi è capitato di conoscere Myriam, un’umana splendida…e anche un’etologa, naturalista, biologa, zoologa, zooantropologa e un sacco di altre cose bellissime che capirete un pochino leggendo questo post. Eravamo in una stanza con tante persone, un seminario di “ETOLOGIA RELAZIONALE”… da bambina oltre che diventare disegnatrice, volevo essere un’etologa, studiare la biodiversità e il comportamento animale. Gli animali sono il più grande amore della mia vita.
Lei raccontava il suo percorso e ci spiegava cos’è l’empatia…spesso ho pensato che l’empatia non si potesse spiegare, non si potesse insegnare…ma mi sbagliavo di grosso!

Ci sono degli esseri che in questo mondo hanno il compito di spiegare cos’è…non perché non esista in ogni singolo essere vivente, ma perché a volte ci dimentichiamo che è il nostro motore principale, carburante, nutrimento, ingrediente essenziale per riconoscerci, come una grande rete universale.

Questa illustrazione è nel secondo libro scritto da Myriam e sono felice di aver lasciato un’impronta per lei.

Mi sono innamorata di Myriam per tante ragioni che non sto qui ad elencare, perché l’amore non si spiega. Il senso di gratitudine che provo per averla conosciuta non si spiega.

Lei ha scritto due libri, meravigliosi che consiglio a tutti di leggere e assorbire come se non beveste da giorni… qui c’è tutto sui suoi libri: l’amore che dai è l’amore che resta.

Abbiamo scelto insieme di creare delle “favole di etologia relazionale”, per sensibilizzare gli umani nella ricerca e nella riconoscenza per il mondo animale, ma soprattutto per il rispetto e la gratitudine che DOVREMMO avere nei confronti di tutti gli esseri viventi. Non conosciamo abbastanza la meraviglia del mondo animale, umano e non…e la chiave forse è “piú consapevolezza” , ricerca, osservazione…EMPATIA.

Le ho chiesto di parlare un pó di se, un’intervista…non so perché ma è una parola che mi fa storcere il naso… la parola viene da intervìsere : visitare qualcuno di quando in quando.
Forse perché vorrei farle visita più spesso…

INTERVISTA a MYRIAM JAEL RIBOLDI

Ciao Myriam, innanzitutto vorremmo chiederti in cosa consiste il tuo lavoro e perché lo hai scelto? Raccontaci come hai cominciato.

Ciao Valentina! Per cominciare con una battuta direi che é stato lui a scegliere me. Nella realtà dei fatti tutto é cominciato da bambina quando ho iniziato a percepire un legame molto forte con gli animali (in un certo senso contrapposto alle difficoltà che emergevano nel comprendere il mondo degli adulti umani). Insomma da piccola avevo già deciso: avrei lavorato con gli animali. Poi, durante gli studi universitari mi sono persa ed ho finito per fare tante cose e tanti lavori non collegati con il mondo degli animali. All’età di trentacinque anni, in preda ad una profonda crisi esistenziale che rimetteva in discussione tutto quello che ero e volevo essere, con una lucidità inaspettata, ho deciso che avrei ricominciato tutto da capo, ripartendo dalla mia vera passione: gli animali. Oggi, dopo quasi dieci anni da quel giorno, il mio lavoro si divide in due aspetti che amo moltissimo, il primo é quello di occuparmi dei circa settanta animali che vivono con me e mio marito nella nostra cascina e il secondo sono le attività di formazione nell’ambito dello studio del comportamento degli animali che proponiamo attraverso la nostra Scuola di Etologia Relazionale.

Sappiamo che hai scritto due libri di etologia relazionale, che cos’è? Cos’è l’empatia operante?

Scrivere é diventata per me un’esigenza emotiva collegata alla volontà di condividere quello che mi sembrava importante per riscrivere il modo di relazionarsi agli altri animali, secondo il mio punto di vista, che é poi quello dell’Etologia Relazionale. Avvicinarsi all’Etologia Relazionale significa approcciarsi innanzitutto al mondo delle emozioni animali, umane e non: studiare e imparare a riconoscere le complesse vite emotive degli animali, valorizzando inoltre l’importanza del nostro personale coinvolgimento (vivendolo come un contributo positivo e non un ostacolo nel processo di studio). L’obiettivo dell’Etologia Relazionale è analizzare, comprendere e sperimentare le relazioni tra esseri viventi, prestando particolare attenzione all’attivazione degli aspetti mentali, emotivi, empatici ed energetici che emergono nel momento in cui due individui, di qualunque specie, entrano in relazione. Riuscire ad entrare in questo mondo richiede un grande impegno per superare alcuni dei nostri box mentali e dei nostri pregiudizi verso il mondo degli animali. Bisogna mettersi sempre in discussione, alla ricerca della nostra autenticità. Fondamentali sono il riconoscimento di una soggettività negli individui di qualunque specie e l’annullamento delle nostre aspettative antropocentriche. Non basta l’istinto: per riuscire, sono imprescindibili lo studio dell’etologia classica e cognitiva così come di molte altre discipline scientifiche essenziali per comprendere l’approccio dell’Etologia Relazionale e per relazionarsi al mondo degli animali in modo competente, consapevole, rispettoso e responsabile. L’Etologia Relazionale definisce Empatia Operante una specifica modalità di attivazione relazionale, triangolata tra due soggetti ed un fruitore (ad esempio etologo>animale>bambino, o etologo>animale>paziente, o ancora etologo>animale>animale o addirittura animale>animale>animale). Il meccanismo che viene attivato è appunto la “triangolazione”, che agisce adottando due leve fondamentali e perlopiù spontanee: la fiducia e l’empatia. Le emozioni, traghettate essenzialmente dalla fiducia, si attivano nel momento in cui la relazione privilegiata tra etologo e animale (o qualsiasi degli altri binomi operanti) viene resa disponibile al soggetto-terzo, aprendo nuovi canali di comunicazione e percezione. L’empatia e la sensibilità diventano gli strumenti di connessione che cementano la fiducia tra i soggetti. Questa modalità di relazione consente quindi di creare nuove connessioni, condividere le emozioni, ma soprattutto di indirizzarle. Per questi motivi, l’approccio dell’Empatia Operante non richiede che l’animale venga preparato a rispondere a particolari comandi, né che esibisca comportamenti precisi su richiesta di un partner o ‘conduttore’: il tutto ruota intorno al principio dell’ascolto attivo ed empatico dei soggetti coinvolti e la spontaneità è fondamentale perché tempistiche e modalità di approccio soggettive emergano senza forzature.

Il tuo lavoro incide sulla tua vita quotidiana? in che modo?

Il mio lavoro e la mia vita quotidiana sono fondamentalmente la stessa cosa e sicuramente non é possibile stabilire un confine che li separi. Quando mi occupo dei miei animali, magari per accudirli, sto imparando qualcosa sul loro comportamento e spesso sono queste intuizioni quelle che mi ispirano nello scrivere i corsi per la nostra scuola. Al contrario, quando sto studiando e leggendo nuovi libri di etologia posso scoprire aspetti del comportamento animale che si dimostrano importanti per relazionarmi meglio con i miei animali. Insomma questi due aspetti della mia vita sono intrecciati in modo molto profondo. Questo non significa che questo modo di vivere e lavorare sia sempre semplice perché ad esempio comporta il non poter staccare mai la spina e non potersi letteralmente allontanare mai dalla cascina. D’altra parte non scambierei la mia vita con quella di nessuno..

Qual è il tuo obbiettivo di vita, se ne hai uno in particolare per il quale sei particolarmente determinata?

Questa é una domanda difficile. Ritengo che ci siano due piani diversi ma collegati in quello che considero l’obbiettivo della mia vita. Per prima cosa, attraverso il mio percorso personale ho compreso che il “qui e ora” é l’aspetto più importante della mia vita. Vivere con attenzione ed intensità il presente, non rimanendo bloccati nel passato o proiettati nel futuro é qualcosa che ho imparato proprio dal mio rapporto con gli animali. Senza dubbio é anche vero che nella mia vita e nel mio lavoro sogno di poter modificare anche di poco il modo di rapportarsi agli animali, sia attraverso lo studio sia attraverso relazioni più consapevoli ed equilibrate. Non posso negare che uno degli aspetti su cui mi impegno maggiormente e su cui cerco continuamente strade che davvero aprano la porte verso un nuovo senso di responsabilità, riguarda il nostro rapporto con l’alimentazione ( e quindi gli animali che diventano cibo per l’uomo).

Anche se il mondo animale è tutto affascinante, ci sono animali che preferisci, dal punto di vista di aspetto e comportamento?

La mia visione della biodiversità percepisce ogni essere vivente con le sue peculiarità ed unicità, nel suo essere parte essenziale di un insieme, e mi rende difficile scegliere un animale piuttosto che un altro. Quando studi la zoologia e l’etologia scopri ogni giorno, su ogni libro, in ogni incontro, qualcosa di davvero speciale di ogni singolo animale. Lontre, tigri, panda, canguri, giraffe, orche, pappagalli, farfalle, camaleonti, lupi, elefanti, castori, pinguini, orsi, corvi, gorilla, formiche, aquile, squali, polpi… di ognuno di loro (consapevole di aver nominato solo un numero irrisorio delle specie presenti sul nostro pianeta) avrei qualcosa da dire di speciale che mi rapisce, mi affascina e mi sorprende. Voglio farvi un esempio, io e mio marito siamo appassionati dei libri di un signore ormai anziano, riconosciuto ad oggi come uno dei più eminenti entomologi (= studiosi di insetti) viventi, che si chiama Edward Osborne Wilson. Attraverso i suoi libri ho scoperto il fantastico mondo delle formiche. Un altro esempio: poco tempo fa ho letto un libro di un etologo di nome Danilo Russo che mi ha permesso di conoscere l’incredibile vita e comportamento dei pipistrelli… Insomma lo studio è fondamentale per continuare a scoprire nuovi aspetti della vita degli animali e in un certo senso è da ostacolo alla scelta di un animale preferito, perché quando ne preferisci uno, spesso significa soltanto che conosci poco gli altri.

Quali sono le più grandi difficoltà che hai dovuto o che stai affrontando nel tuo lavoro?

Vorrei essere più poetica ma non lo sarò e sarò invece onesta. La vera e unica difficoltà é l’aspetto economico. Avere tanti animali costa moltissimo e cercare di diffondere un messaggio attraverso una formazione che sia meno costosa possibile (in modo da arrivare a più persone) spesso rende davvero difficile tenere tutto ‘in piedi’.

Sappiamo che vivi in compagnia di tanti animali, di cui ti occupi e con cui hai un profondo legame, puoi presentarcene qualcuno?

Quanti sono, accidenti! Leggendo la domanda mi sono tornati in mente tanti animali che non ci sono più “qui”, in questa vita, ma che per me ci saranno sempre. C’e stato un gallo enorme e tutto nero di nome Cesare. Lui era di una dolcezza incredibile e quando venivano i bambini a Cascina Myriam era capace di lasciarsi accarezzare da trenta bambini dimostrando una capacità impensabile di gestire quel tipo di relazione sociale. Da un certo punto di vista é stato lui, insieme ad un’altra gallina di nome Monika ad insegnarmi quanto poco sappiamo del mondo dei polli, in particolare della loro vita relazionale ed emozionale. Ogni volta che qualcuno ha conosciuto Cesare o Monika ho visto vacillare il pregiudizio che esiste verso questi animali, considerati dall’uomo quasi esclusivamente come cibo. Anche se sono morti entrambi di vecchiaia, mi hanno lasciato in dono l’occasione di averli conosciuti. Poi c’è nonno Mario,


un gatto che é vissuto con me per quasi diciassette anni e che con la sua personalità ha influito su alcune importanti scelte della mia vita, oltre che farmi scoprire quanto può essere determinato il carattere di un felino. C’è Chanel, la mia adorata moffetta americana. Lei che é vissuta libera per la casa quasi dieci anni, é stata la protagonista di infiniti momenti esilaranti, sempre sottolineati dalla sua buffa camminata e dai suoi comportamenti così particolari… Poi ci sono tutti gli altri, i cincillà, i ratti, i conigli, i pavoni, gli altri gatti, le cavie, le oche, le faraone, le capre… Insomma l’elenco sarebbe decisamente lungo. Oggi con noi c’è Luce (la nostra anziana cagnona, un alano) che negli anni a fatto da mamma a tanti orfani di specie diverse; c’è Sesamino, un’anatra corritrice che con il suo piglio da comandante ha ormai monopolizzato metà della cascina; c’è Sofocle il pavone, incantevole per la sua bellezza ma con tutti gli spigoli di un carattere forte e spesso prepotente; ci sono Melo e Pero, due degu del Cile che vivono nel nostro salotto e che ci fanno spesso ridere fino alle lacrime; poi i nostri undici gatti e ognuno di loro meriterebbe una pagina di racconto…

CHANELeLUCE

Oltre che prenderti cura degli animali che vivono con te, hai altre passioni?

Curioso, ora che mi fai questa domanda mi rendo conto che la risposta è “no”! La mia passione per gli animali é talmente grande che credo sia rimasta l’unica. Tanti anni fa amavo la subacquea ma a pensarci bene, anche il mio vero interesse era per gli animali che vivono nel mare!

A volte abbiamo delle guide che ci ispirano nel nostro percorso, un mito, un essere saggio, una musa, un maestro! c’è qualche essere in particolare che ha avuto/ha, uno di questi ruoli nella tua vita? in che modo?

Si, ce ne sono diversi. Alcuni sono vivi come E. O. Wilson di cui ho parlato in precedenza; come la straordinaria Jane Goodall, una primatologa che ha rivoluzionato la storia dello studio degli animali e che oggi gira il mondo diffondendo un messaggio di speranza affinché le generazioni future imparino a vivere nel rispetto degli animali e del pianeta; studiosi come Frans de Wall e Marc Bekoff che hanno aperto le porte a nuovi aspetti della vita degli animali, come le emozioni e l’ empatia, insegnandoci nuove strade per lo studio e nuovi potenziali relazionali. Tra chi non è più tra noi invece, non posso non nominare il padre dell’etologia moderna Konrad Lorenz, che mi ha illuminato con il suo libro “L’anello di Re Salomone” facendomi scoprire che studiare e vivere con gli animali era quello che volevo fare nella vita. Ho lasciato per ultima una donna che più di tutti custodisco nel cuore, Dian Fossey, trucidata dai bracconieri nella sua capanna nelle foreste del Ruanda, dove viveva e studiava i gorilla di montagna. Quando la guardo nelle poche foto che sono rimaste di lei, accucciata nella folta vegetazione insieme ai gorilla che studiava, vedo e percepisco un’emozione fortissima e mi fermo e pensare a quanto una sola persona può lasciare una traccia in grado di cambiare il mondo.

Grazie Myriam, sei stata illuminante e come al solito mi fai venir voglia di essere una persona migliore!!!!

P.S. Myriam ha creato dei corsi online di ETOLOGIA RELAZIONALE, strutturati in vari livelli…Per chiunque volesse iscriversi, tutte le informazioni sono qui:
“Percorso completo di Etologia Relazionale”

Dunque, sicuramente ho dimenticato tantissime cose da dire e da mostrare…ti s’ingarbuglia la testa quando vuoi raccontare tanto…non fa niente, tanto con Myriam non è finita qui… (sottile esempio di “piacevolem appuntus minacciorum” )… ecco il latino mi manca nel bagaglio esperenziale!

Oggi vi saluto con il motto di SOFFIABLABLOG  e il motto di MYRIAM…da quando l’ho incontrata, mi aiuto nei momenti difficili con il…

 “QUI e ORA” (un giorno spiegherò perché, o forse lo farà lei).

“È stato un piacere tesoro…è stato un piacioro!!!”

Valentina

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